LIBERIAMOCI DALLA
GUERRA, DALLA COCA E DALLA CORRUZIONE POLITICA.
Miguel Angel Herrera Zgaib[1]
Miguel.herrera@transpolitica.org
Due alternative
La settimana scorsa, il partito della Guerra, ha fatto
appello alla configurazione di un fronte contro il terrorismo, per “purificare”
la nazione intera, focalizzato in un bagno di sangue ancor piú grande di quanto
giá non si sia dato e sotto l'eufemismo di chiamarsi democratici, mentre sono
impantanati in oscuri negoziati come quello di Invercolsa.
Oggi soffiano altri venti dal sud, bacchettando
definitivamente la guerra e la coca in quanto affari sanguinosi. Le comunitá di
Toribío e Miranda, nel nord del Cauca, non solo offrono un sacrificio eroico e
reiterato, ma anche l'esempio che è possibile ribellarsi pacificamente contro
la guerra imposta nei loro territori dagli attori armati. Questo è un fatto
storico senza precedenti, che produce un arresto alla politica pubblica della
guerra come catastrofica conduzione delle questioni comuni.
Insegnare con l'esempio
Il CRIC, i Nasa, Guambiano e Paez, hanno scelto la vita ed in
molti che ci opponiamo apertamente alla guerra come formula per “risolvere” le
ferite della disuguaglianza e dell'esclusione, oggi sentiamo che è presente una
voce in piú, riconoscibile ed opposta al partito della morte, senza
tentennamenti e disposta al dialogo efficace.
Gli uni e gli altri ci convoncano di fronte al paese a dei
“che fare” opposti ed ugualmente responsabili delle loro conseguenze. A Toribío
e Miranda, gli eredi dei popoli originari, le comunitá mobilitate rifiutano la
demenziale maniera di risolvere il conflitto interno con piú morte.
Queste sono le condizioni di coloro i quali ieri hanno
smontato i sacchi di sabbia e le trincee della polizia a Toribío, mentre allo
stesso tempo marciavano alla ricerca della guerriglia, per dirle di abbandonare
i loro territori. Perché la sicurezza duratura la costruisce la gente stessa,
come dimostrazione di autonomia ed auto-organizzazione, cioé di maturitá
intellettuale e politica.